giovedì 27 novembre 2008

Addio

(di Francesco Guccini)

…perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere…

…io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...
E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante...

…io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte,
non si sbilancia o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni e ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai...

PS Sarebbe il caso di cantarla più spesso

1 commento:

Belfagor ha detto...

I poeti, e Guccini lo è, hanno il pregio di uno sguardo profondo che scava nelle anime e ne trae fuori inesorabili verità...

Dovremmo rileggerla, ricantarla davvero più spesso...